
(Storia)
La storia del Borgo Petrojo risale all’epoca romana, con testimonianze delle sue antiche origini visibili nelle mura in "Opus Reticulatum" che ancora oggi si possono ammirare. Questo insediamento romano, un tempo noto come “Il Paradiso,” si è evoluto nel tempo con l’aggiunta di una torre medievale e altre strutture, rispecchiando le esigenze degli abitanti nel corso dei secoli.
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Una vecchia strada sterrata, un tempo collegamento medievale tra Siena e Firenze, attraversa ancora oggi la tenuta, conducendo alla restaurata chiesa di San Michele Arcangelo. Un tempo abbandonato, questo sito storico è stato riportato in vita dalla famiglia Lenzi, preservandone l’eredità come luogo di culto e rilevanza culturale, dove si ritiene che il celebre artista Jacopo della Quercia sia stato battezzato.
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Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la Villa di Petroio fu colpita da una bomba che, fortunatamente, non esplose, mentre l’attuale proprietario, Gian Luigi Lenzi, era nascosto nelle cantine quando era solo un neonato. L’ordigno è ancora visibile oggi, un ricordo tangibile della storia e dei suoi preziosi insegnamenti.
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La tenuta entrò a far parte delle proprietà della famiglia Pallini all’inizio dell’Ottocento, passando poi a Luigi Pallini e successivamente a Gian Luigi Lenzi, l’attuale proprietario. Nel corso delle generazioni, la tenuta si è trasformata in una villa accogliente e una cantina moderna, bilanciando la conservazione attenta delle sue strutture storiche con aggiornamenti a cantine, sale di degustazione e impianti per la produzione di olio d’oliva.